L’Anice Tutone e L’Acquaiolo
“L’acquaiolo“, ossia il “Venditore d’Acqua” in Sicilia era un mestiere presente fin dal ‘700.
Lo studioso Giuseppe Pitrè ricorda nei suoi scritti che già nel 1724 un venditore d’acqua si trovò tra la folla che assisteva “all’atto di fede” dell’inquisizione, che ebbe luogo in quell’anno a Palermo.
In tempi antichi c’era il venditore d’acqua girovago e quello con il posto fisso (si, proprio con il significato simile a quello dei giorni nostri!).
Questo mestiere era certamente ereditato dalla Spagna: Infatti, un celebre quadro di Velazquez del 1620 rappresenta proprio il venditore d’acqua fresca, “l’acquaiolo di Siviglia”.
In tempi relativamente più recenti, questa attività si è andata a legare ad un marchio storico siciliano: l’Anice Tutone.
L’Anice Tutone identifica il nome di un prodotto ad altissima gradazione alcolica (60 gradi) a base di anice misto aromatizzato con parti di cumino.
Il nome ufficiale del liquore è Anice Unico Tutone, dal nome dei fratelli palermitani che realizzarono la prima bottiglia nel lontano 1813, circa cento anni prima della ben più famosa Coca Cola!
Per quanto riguarda gli ingredienti, il Tutone viene ottenuto tramite una piccola quantità di spirito di vino con essenza di cumino, mentre il tipo di distillazione è sconosciuto.
Questo perché la ricetta viene custodita da sei generazioni e il segreto sta in un fogliettino di carta chiuso dentro una cassaforte trascritta in bella grafia su un quadernetto con copertina nera e fogli a quadretti.
Il segreto è esteso anche ad altri liquori derivati.
L’Anice Tutone vinse addirittura la Medaglia d’Oro all’Esposizione di Como del 1909.
La storia del famoso marchio ha inizio a Palermo, nella Piazza Fieravecchia, oggi Piazza Rivoluzione.
La famiglia Tutone gestiva un chiosco frequentato dall’aristocrazia palermitana, il più importante della città fino al 1892.
Un luogo ideale per fermare le carrozze e dissetarsi gustando un bicchiere di acqua e anice.
Proprio quell’anno venne riformulata la ricetta della bevanda, aggiungendo anetolo, ossia l’olio ricavato dall’anice stellato, reperibile nelle farmacie ed importato direttamente dalla Cina, ancora oggi l’ingrediente principale.
Molto probabilmente si deve agli arabi l’invenzione dell’acqua e anice (Acqua i zammù in siciliano), in particolare a un arabo-siracusano di nome Sogehas Ben Alì.
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